Le diete funzionano?

Le diete funzionano?

E’ comprovato da numerosi studi che le persone che iniziano una dieta, al raggiungimento del peso prefisso non riescono a mantenerlo, in gergo droppano, cioè abbandonano il percorso iniziato. Perchè succede questo?

La dieta viene percepita a tempo, si fanno sacrifici per un tempo x e poi basta mentre dovrebbe essere un cambiamento dello stile di alimentarsi che entra a far parte della vita quotidiana

La dieta viene è una rinuncia, peccato che la negazione genera desiderio, le tentazioni sono ovunque ed è facile mangiare in modo non consapevole. Molto meglio capire che non esistono cibi proibiti, cibi che fanno ingrassare o dimagrire ma che bisogna alimentarsi seguendo le vere sensazioni del corpo. le abitudini nuove che si è cercato di introdurre ma che non hanno avuto il tempo di consolidarsi, se non si lavora sul cambiamento delle abitudini alimentari e dello stile di vita non si renderanno durevoli

La dieta non è il foglietto consegnato dal professionista ma è lavorare sulla spesa e sulla dispensa, sulla programmazione dei pasti in modo da non trovarsi in situazioni di indecisione che generano ansia e stress

La dieta è solo una prescrizione, un elenco di NON DEVO mentre non si lavora mai sull’obiettivo o sugli obiettivi raggiunti o raggiungibili e sulla motivazione nel raggiungerli e mantenerli

La dieta non è solo cibo, è gusto, sensazioni, stile di vita e stato emotivo. Mangiamo per vari motivi, imparare a gustare il cibo, a sentire il corpo ed i suoi segnali, vivendoli nel momento attuale permette di godere appieno dell’esperienza.

L’educazione alimentare è una delle risorse insieme alla dieta o schema dietetico e al movimento, cambiare le abitudini alimentari e verificare obiettivi e motivazione permette di raggiungere e mantenere ciò che vogliamo

Cibo vero VS Cibo …

Cibo vero VS Cibo …

Il cibo sano è quello vero, quello da preparare e a volte da pulire e soprattutto da cucinare. Il cibo vero a volte è più costoso, o così sembra, ma se mi metto a tavolino e faccio due conti vedrò che non è così.

Se dal carrello della spesa tolgo bibite gasate, merendine, i 4 salti o altri cibi precotti, i formaggi fusi, le crocchelle di verdure o di spinaci, gli yogurt con i bon bon dentro, il succo di frutta con il regalino o i biscotti con le stelle o la crema che di nocciole ne ha viste poche avrò molto più spazio per le verdure di stagione, la frutta di stagione la carne delle bestie allevate a terra e nei pascoli, il pesce pescato nei mari, le farine macinate a grezzo e l’olio d’oliva EVOO e anche qualche soldino in più nel portafoglio.

Programmare la spesa ed i pasti della settimana aiutano a diminuire ansia da “cosa porto adesso in tavola?” e aiutano anche a contenere sprechi e spese.

Ultima cosa: il cibo vero non ha elenco ingredienti, è lui l’ingrediente. Questa è consapevolezza alimentare.

 #pensiamoci #cibovero #riprendiamociilcibo #cuciniamoinostripasti #programmiamolaspesa #gestiamoladispensa #cibodistagione

Voglia o necessità?

Voglia o necessità?

VOGLIA O BISOGNO ?

Questo è un argomento spesso discusso con i pazienti, il bisogno è organico ed il nostro corpo ce lo segnala molto chiaramente (il brontolio dello stomaco, la bocca asciutta e la gola secca), mentre la voglia non è MAI accompagnata sa segnali eclatanti, spesso dietro la voglia si nasconde un bisogno emotivo che è importante riconoscere e colmare in maniera efficace, non con il cibo. Ma spesso dietro alle voglie si nascondo regimi dietetici impositivi o auto-imposizioni rigide che risuonano in noi con un gigantesco NON DEVI MANGIARE QUELLO, NON DEVI MANGIARE QUESTO.

Ora visto il carico di doveri che abbiamo quotidianamente è facile capire come dopo un po’ diventi difficile rinunciare anche al cibo e allora dopo un sacco di non devo si rompono gli argini e via mangiamo tutto quello che ci sembra sia gratificante e che inconsciamente ci calma, almeno nell’immediato. Ma le voglie potrebbero, in alcuni casi essere legate e carenze di alcuni nutrienti.

Ad esempio la voglia di dolci o di cioccolato pre-ciclo è spesso legata ad una carenza di magnesio e/o di triptofano che serve per produrre serotonina, la molecola del benessere, (presente anche in verdure verdi a foglia e semi di girasole e pesce o con del cioccolato fondente al 85%), la voglia di cibi salati potrebbe essere legata a carenza di sali minerali (possiamo integrare con verdure come il sedano e i pomodori oppure con le alghe o anche con del buon sale marino integrale per condire i cibi) come la voglia di cibi fritti può essere legata al bisogno di grassi, fondamentali per la produzione degli ormoni (mettiamo avocado nell’insalata e usiamo il cocco, come snack tal quale o sotto forma di yogurt, chips, bevanda di cocco)

I benefici del cacao e del cioccolato

I benefici del cacao e del cioccolato

😀 In questo periodo io non posso farne a meno, un pezzetto di cioccolato🍫🍫🍫🍫 fondente almeno al 70% e la giornata torna a sorridermi, ma sapete perchè? La teobromina presente nel cacao, ha la proprietà simili alla caffeina ed alla teina, aumenta la concentrazione ad esempio, ne è ricco soprattutto il cioccolato fondente, mentre ne troviamo pochissima in quello al latte, diciamo che ci serve per darci la carica ad affrontare la giornata. Nel cacao o nelle cioccolata fondente è presente anche il magnesio ed il triptofano, precursore della serotonina, entrambi agiscono migliorando il nostro tono dell’umore. Nel cacao è presente anche la tiramina (amina biogena) che agisce mitigando gli stati ansiosi ma che in persone sofferenti di emicrania o allergici al nichel può peggiorare molto i sintomi. Importante non date cioccolato ai vostri amici a🐶🐈 4 zampe perché lo metabolizzano diversamente dall’uomo e per loro la teobromina è tossica.

Le classificazioni della bellezza non mi piacciono

Sfoglio sempre i quotidiani mentre faccio colazione e stamattina mi sono imbattuta nell’articolo che vedete qui sotto, lo leggo e rimango perplessa a riflettere su come si possa classificare “curvy” una ragazza di 1,72 per 62 kg di peso il cui BMI è di 20,9, cioè rientrante perfettamente nella casella del normopeso secondo la tabella OMS riportata anche sul sito del Ministero della Salute (http://www.salute.gov.it/portale/salute/p1_5.jsp?lingua=italiano&id=135&area=Vivi_sano).

In questo momento la mia mente è affollata; mi ricordo delle ragazze che ho valutato dal punto di vista nutrizionale perché avevano un rapporto disturbato con il cibo, mi ricordo di tutte le ragazze arrivate in studio ripetendomi come un mantra che “dovevano assolutamente dimagrire” e che hanno scoperto che il corpo deve essere prima di tutto in salute e che la bellezza e lo star bene con se stessi non sono legati ad una taglia o a cosa segna l’ago di una bilancia. Una domanda però risuona fortissima dentro di me: perché dobbiamo ancora classificare il corpo della donna in curvy e non curvy? Esistono solo le donne, belle nella loro imperfezione, belle nella loro autenticità ed unicità.

http://www.lastampa.it/2016/08/03/edizioni/biella/da-cossato-verso-miss-italia-orgogliosa-di-essere-curvy-yY0mkPLt5VEtFGJP3PCGYN/pagina.html

Il Mirtillo Rosso Americano

Il suo nome scientifico è Vaccinium Macrocarpon, ma noi lo conosciamo meglio come mirtillo rosso americano o Cranberry è un una bacca piccola di colore rosso scuro, molto simile al nostro mirtillo nero. Le popolazioni native americane lo utilizzavano per le sue spiccate proprietà antibatteriche, esercitate soprattutto a livello dell’apparato urinario. Le proprietà antiossidanti ed antibatteriche del mirtillo rosso sarebbero legate ai polifenoli di cui è ricco, soprattutto flavonoidi, come le antocianidine, responsabili anche del suo bel colore vivace. Grazie al contenuto di polifenoli il mirtillo rosso sembra essere adatto al consumo da parte delle persone affette da ipertensione, nelle quali aiuta a regolarizzare i valori della pressione sanguigna, e nelle persone affette da malattia cardiovascolare. Avendo un forte potere antiossidante è particolarmente indicato per combattere l’azione alterativa promossa dallo stress ossidativo. In commercio è disponibile in succo, come frutto disidratato oppure sotto forma di integratore.cranberries

Parliamo di… intolleranza al lattosio

Le informazioni riguardanti le intolleranze alimentari sono spesso poco appropriate e contribuiscono solamente a confondere le persone, vediamo di fare un po’ di chiarezza. Le intolleranze sono causate da una reazione  non mediata dal sistema immunitario, spesso causano sintomi simili a quelli che sopravvengono in caso di allergia alimentare; oggi parliamo di intolleranza al lattosio.

L’intolleranza al lattosio può essere di due tipi: primaria, se, a causa di un difetto genetico, è assente l’enzima lattasi che ci permette di digerire il lattosio contenuto nel latte, o secondaria anche detta transitoria dovuta alla perdita temporanea dell’enzima lattasi. Nel caso di intolleranza al lattosio primaria i sintomi si manifestano fin dalla prima infanzia.

I sintomi occorrono perché mancando l’azione dell’enzima lattasi lo zucchero del latte, il lattosio, non può essere digerito e, agendo da osmolita, richiama liquidi nel lume intestinale. A questo si associa la fermentazione del lattosio ad opera della flora intestinale che porta allo sviluppo della sintomatologia  caratteristica dell’intolleranza al lattosio: meteorismo, flatulenza, crampi, nausea, diarrea e spossatezza

La diagnosi viene fatta sulla base dei risultati forniti dal Breath Test, un test semplice e non invasivo che consiste nell’ingerire 20/25 ml di lattosio (15 ml se il paziente è in etè peditrica)  e misurare a diversi intervalli (da 30 min  fino a 3 ore dopo la somministrazione) la quantità di idrogeno emessa con la respirazione. L’idrogeno emesso è frutto della fermentazione del lattosio non assorbito da parte della flora batterica del colon. Il test viene considerato positivo quando viene registrato un picco di idrogeno emesso.

Il latte è un alimento fondamentale che racchiude in sè preziosi principi nutritivi, come il calcio, necessario per la buona salute dell’osso. Le persone intolleranti al lattosio possono assumere latte o formaggi delattosati o HD (High Digestibility), in cui il lattosio si trova già scisso in galattosio e glucosio. Oppure possono assumere bevande come il latte di soia purché sia addizionato in calcio.

Lo yogurt è un alimento in grado di fornirci calcio in cui però il lattosio è già stato fermentato dai lattobacilli, quindi viene di norma ben tollerato anche dalle persone intolleranti al lattosio
Intolleranza al Lattosio