L’intestino sappiamo essere il nostro secondo cervello e come tale è anche sede dell’emotività, i pensieri e le sensazioni attraversano l’autostrada che dal cervello va all’intestino e vice versa, influenzando profondamente la sua attività.
Costipazione, stitichezza o stipsi sono disturbi a livello dell’intestino che in visione olistica possono essere collegati all’attaccamento materiale ed emotivo, al trattenersi, al non volersi separare da qualcosa.
Innanzitutto non è fondamentale andare al bagno tutti i giorni per essere regolare, la regolarità del transito intestinale è mantenuta anche a giorni alterni, importante è comprendere che ognuno di noi ha la sua e che la stipsi insorge quando per alcuni giorni non vengono svuotati i visceri
Molte persone che soffrono di stipsi riconoscono di faticare ad ascoltare i propri bisogni, di aver paura di disturbare o dispiacere gli altri, queste emozioni sono sovente difficili da rilasciare.
La stitichezza cronica può colpire maggiormente le persone che, non riescono a lasciarsi andare e si adattano al trattenersi e a privarsi dei propri piaceri.
Da un punto di vista clinico la stipsi cronica può dipendere anche da disfunzioni fisiche congenite, da uno stile di vita sregolato e sbagliato, può essere da una dieta non appropriata, in certi casi occorre delle diagnosi approfondite da medico specialista.
Ma l’intestino può bloccarsi di fronte a situazioni nuove e sconosciute le quali possono creare paure di cambiamenti ai quali non siamo pronti, eventi traumatici ai quali rifiutiamo l’accettazione, tutto questo può variare anche dalla rigidità della persona stessa.
Sulla stipsi si può lavorare sia in ambito strettamente nutrizionale che in ambito comportamentale, lavorando sulle abitudini e sugli schemi mentali che le governano e focalizzandosi sul lasciare andare e sul rilassamento, procedendo con un lavoro di riequilibrio alimentare ed ad un cambiamento dell’atteggiamento mentale.